Kant: Applicazione dell'Imperativo Categorico

Filosofia — 3 November 2025


📚 Kant: l’imperativo categorico, casi limite (eutanasia e autodifesa) e il liberalismo kantiano

(Lezione di filosofia su applicazione pratica dell’imperativo categorico e implicazioni politico‑etiche; confronto con morale religiosa e liberalismo del Settecento.)


🏛 Context & Background

La lezione prende le mosse dall’idea fondamentale della rivoluzione kantiana in etica: l’imperativo categorico come criterio razionale per definire ciò che è giusto. L’insegnante confronta questo criterio con la morale tradizionale (es. i Dieci Comandamenti), mostra come il metodo kantiano orienti la riflessione morale più che offrire risposte immediate, e applica le formule dell’imperativo a casi limite — eutanasia, attentatore suicida/kamikaze, e il trolley problem — per valutare le implicazioni pratiche e politiche del pensiero kantiano. Infine si inquadra Kant nel contesto del Settecento illuminista e del liberalismo, mettendo a confronto una versione kantiana «umanista‑razionalista» del liberalismo con l’individualismo utilitarista (Locke, Adam Smith).


🔑 Key Concepts & Developments

✨ L’imperativo categorico (concetto centrale)
Kant propone un criterio formale dell’agire morale: non una lista di azioni giuste, ma un metodo per giudicare la moralità delle massime che guidano l’azione. L’imperativo categorico richiede che la massima del proprio agire sia compatibile con il volere che diventi legge universale.

🧭 Prima formula — Legge universale
«Agisci solo secondo quella massima che tu puoi volere diventi legge universale.» Serve a testare se una massima è coerente come norma condivisibile da tutti senza contraddizioni pratiche o logiche.

🌱 Seconda formula — Umanità come fine
«Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia nella persona di ogni altro, sempre come fine e mai semplicemente come mezzo.» Questo obbliga a rispettare la dignità degli esseri razionali, proibendo l’uso strumentale dell’altro.

⚖️ Metodo morale vs regole della tradizione religiosa
La morale tradizionale (es. precetti o comandamenti mosaici, i Dieci Comandamenti) enuncia cosa fare/non fare; Kant sposta l’attenzione sul metodo (come ragionare, quali massime sono ammissibili) e permette di riesaminare la presunta indiscutibilità di alcuni precetti.


🖼️ Notable Works / Figures

Filosofo: Immanuel Kant (filosofo del Settecento, riferimento dell’Illuminismo in etica e teoria del conoscere)
Riferimento: imperativo categorico (prima e seconda formula), posizione politica che enfatizza la libertĂ  umana e la dignitĂ .

Figure di confronto: John Locke e Adam Smith
Locke: teoria liberale della libertà individuale; Adam Smith: utilitarismo economico e «mano invisibile». Kant è inserito nella tradizione illuminista ma si distingue per un liberalismo più razionalista/umanista.


đź“– Supporting Details

  • Dieci Comandamenti (comandamenti mosaici): esempio di morale tradizionale fondata su precetti che stabiliscono obblighi di comportamento (es. sesto comandamento: “non uccidere”). L’insegnante mette in discussione la totale indiscutibilitĂ  di alcuni di questi precetti alla luce dell’imperativo categorico.
  • Eutanasia: discussione se sia «uccidere» alla stessa stregua di un omicidio passionale. Distinzione tra omicidio motivato da passioni egoistiche e eutanasia praticata per alleviare la sofferenza del malato — intenzioni e volontĂ  del paziente rilevanti.
  • Problemi kantiani applicati all’eutanasia: la prima formula (universalizzabilitĂ ) e la seconda formula (trattare l’altro come fine) forniscono criteri per valutare la moralitĂ  dell’eutanasia; la valutazione non è ovvia e dipende dalla massima che si vuole universalizzare e dal rispetto della dignitĂ /volontĂ  del paziente.
  • VolontĂ  del paziente: elemento discriminante: l’assenza o la presenza di una volontĂ  espressa del malato cambia la valutazione morale e legale.
  • Caso dell’attentatore suicida / kamikaze: esempio per discutere l’autodifesa e la legittimitĂ  dell’uccidere per salvare altri. Dilemma pratico: se un poliziotto ha pochi secondi per sparare a un attentatore e salvare molte vite, la scelta di uccidere appare giustificabile alla luce dell’imperativo categorico (universalizzando la massima «difendersi per salvare vite innocenti» non si giungerebbe a una contraddizione normativa nĂ© a una societĂ  peggiore).
  • Distinzione tra casi: il caso del terrorista si differenzia dal classico trolley problem perchĂ© nel primo è presente un agente colpevole che ha scelto la violenza; nel trolley problem le vittime sono tutte innocenti e la scelta riguarda solo la quantitĂ  delle vite salvate.
  • Trolley problem (problema del tram): scenario ipotetico: un tram su un binario che ucciderebbe cinque persone se non si agisce; tirando una leva lo si devia su un altro binario dove morirebbe una persona. Il dilemma mette a confronto responsabilitĂ  per azione/omissione e la quantificazione dei morti come criterio morale.
  • Analogia con il caso del terrorista: entrambi sono dilemmi difficili; la differenza è la presenza di responsabilitĂ  dell’agente nel caso del terrorista (colpevole) versus assenza di colpa delle vittime nel caso del tram.
  • Rischio del pacifismo assoluto: un rifiuto totale della risposta violenta (pacifismo integrale) può portare, secondo l’insegnante, a una forma di inazione che sacrifica gli altri in nome della propria «purezza» morale — questo è un problema pratico nella scelta morale.
  • Scopo didattico: l’insegnante ribadisce di non imporre veritĂ  morali assolute, ma di proporre ragionamenti filosofici per rendere gli studenti piĂą consapevoli e liberi; la filosofia è anche pratica, non solo teoria.
  • Kant e il liberalismo politico:
  • Kant è presentato come un pensatore illuminista che pone al centro la libertĂ  umana; il suo pensiero è fonte per una versione di liberalismo che valorizza dignitĂ , autonomia razionale e diritti universali.
  • Differenza rispetto al liberalismo «borghese»/individualista di Locke e Adam Smith: questi autori hanno tendenze utilitariste/individualiste (es. Smith come economista utilitarista e la «mano invisibile» che fa sì che l’interesse privato favorisca la societĂ ). Kant è piĂą razionalista e umanista: la libertĂ  non è la libertĂ  di seguire le passioni, ma la libertĂ  di seguire una morale universale e necessaria che rispetti l’umanitĂ .
  • Il liberalismo kantiano è quindi piĂą orientato all’eguaglianza morale e al rispetto della dignitĂ  che alla pura massimizzazione degli interessi individuali.
  • Ottimismo antropologico e speranza nel progresso: Kant è descritto come ottimista riguardo alle capacitĂ  umane di maturare e progredire (fiducia nella razionalitĂ  e nella giustizia futura). L’insegnante mette in rilievo la distinzione tra filosofi ottimisti e pessimisti e invita a collegare queste categorie interpretative alle letterature e ad altri ambiti umanistici.
  • Collegamenti interdisciplinari: si consiglia di usare gli «ismi» (liberalismo, utilitarismo, ottimismo/pessimismo) come linee interpretative trasversali nelle materie umanistiche (storia, lettere, latino).
  • Rilevanza storica: il liberalismo ha una lunga storia che attraversa l’Ottocento e il Novecento; lo studio della storia del Novecento includerĂ  il confronto tra liberalismo e totalitarismi (nuove forme di dittatura legate a ideologie estreme di destra e di sinistra). Kant è indicato come una delle fonti teoriche del liberalismo moderno.
  • Svolgimento pratico del corso / compiti: indicazioni su come prepararsi per le prossime lezioni/interrogazioni: partire dalla dialettica trascendentale (parte della Critica della Ragion Pura) e poi passare alla Critica della Ragion Pratica; portare gli appunti e seguire il programma stabilito per venerdì e lunedì (l’insegnante valuterĂ  in base all’andamento delle lezioni e potrĂ  aggiornare la scaletta).
  • Nota finale su verifiche/valutazioni: frammenti confusi nel finale del file sono riferiti a questioni organizzative (voti, recuperi, appuntamenti): l’insegnante offre la disponibilitĂ  a chiarimenti e a rivedere valutazioni/argomenti in colloquio, invitando gli studenti a parlare con lui in caso di necessitĂ .

đź§© Connections & Consequences

  1. Come si inserisce nel quadro più ampio: la lezione mostra come il ragionamento kantiano sposti l’etica dalla lista di prescrizioni religiose a un metodo razionale e universale per giudicare azioni e massime. Questo approccio alimenta una concezione politica liberale che valorizza la libertà umana e la dignità come principi normativi — aspetti che si ritroveranno nel dibattito moderno sul diritto, i diritti umani e le forme politiche (liberalismo vs totalitarismi).
  2. Perché conta per sviluppi successivi: applicare l’imperativo categorico ai casi concreti (eutanasia, autodifesa, trolley problem) mostra i limiti e la forza della teoria kantiana: fornisce criteri rigorosi ma richiede attenta formulazione delle massime e considerazione della dignità umana; questi strumenti saranno utili nello studio della filosofia morale moderna e dei problemi etici contemporanei.
  3. Cross‑references utili: collegare Kant a Locke e Adam Smith aiuta a comprendere le diverse anime del liberalismo (utilitarista/individualista vs razionalista/umanista). Mettere in relazione l’ottimismo/pessimismo filosofico con autori letterari (inglesi, italiani) favorisce letture interdisciplinari per l’esame di stato e per la comprensione storica del Settecento‑Ottocento.

Se vuoi, posso:
- preparare una scheda riassuntiva con le due formule dell’imperativo categorico e possibili massime da testare;
- proporre 3‑4 domande di verifica su eutanasia, trolley problem e confronto tra liberalismi;
- organizzare una timeline sintetica per collocare Kant e gli autori citati nel contesto storico‑intellettuale.