Leopardi e Montale: il pessimismo
Inglese — 13 November 2025
📚 Leopardi, Montale e il nodo tra pessimismo, natura e civiltà
(Analisi comparata dei nuclei tematici e biografici: La Ginestra e il pessimismo leopardiano; Il sensismo, la conversione filosofica e il silenzio poetico; i “grandi canti” e le operette morali; il confronto con Nietzsche e la trasposizione novecentesca in Montale — con analisi testuale di “L’infinito” e “Forse un mattino…”.)
🏛 Context & Background
Lezione incentrata soprattutto su Giacomo Leopardi (1798–1837) e Eugenio Montale (1896–1981), con rimandi a Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, T. S. Eliot, Umberto Saba, Italo Svevo e Friedrich Nietzsche. Si ricostruisce il percorso intellettuale e biografico di Leopardi: dal classicismo giovanile al «silenzio poetico» (circa 1823–1828), dalla conversione filosofica al consolidarsi del pessimismo cosmico; si passa poi all’esempio della ginestra come simbolo leopardiano e infine alla ricezione e trasformazione di temi simili in Montale (in particolare in Ossi di seppia, 1925). Vengono introdotti concetti teorici chiave: sensismo (o sensismo/materialismo), pessimismo storico vs pessimismo cosmico, natura vs artificio (civilizzazione), correlativo oggettivo e l’idea di «anticipazione» di Nietzsche da parte di Leopardi su aspetti quali il nichilismo.
🔑 Key Concepts & Developments
🌿 La Ginestra: simbolo e significato
La ginestra (pianta del sottobosco vulcanico al piede del Vesuvio) è letta da Leopardi come immagine dello sforzo stoico: pianta che prospera in suoli aridi e argillosi, con fiori gialli luminosi, resistente alle avversità ma alla fine travolta dalla lava. Raffigura il saggio che resiste con dignità, muore senza illusioni ma anche con solidarietà: la resistenza morale dell’intellettuale è paragonata alla tenacia della ginestra. In questo quadro il pessimismo leopardiano non annulla ogni slancio: contiene un «anelito alla speranza» espresso nella solidarietà umana.
⚖ Natura vs artificio (natura e artificio)
Leopardi articola una netta contrapposizione tra natura (ingenuità, purezza, spontaneità — valore positivo) e artificio (la civiltà: strutture, sovrastrutture, razionalità che corrompono, generano aridità esistenziale e dolore). L’artificio è responsabile delle sofferenze moderne; la poesia è vista come forma spontanea e genuina (richiamo a Pascoli e al concetto del fanciullino), mentre la filosofia razionale e strutturata tende a produrre distacco e sofferenza.
🔬 Sensismo e materialismo
Il sensismo (fiducia nella percezione sensoriale come base della conoscenza) e il materialismo caratterizzano la formazione filosofica giovanile di Leopardi: l’uomo è mosso da un costante anelito al piacere; la scienza dei sensi appare come strumento conoscitivo, ma Leopardi giunge a vedere la limitatezza dei sensi e la natura contingente della realtà, da cui il suo svilupparsi di una teorizzazione del piacere che però si scontra col dolore esistenziale.
🔁 Conversione filosofica e silenzio poetico (ca. 1823–1828)
Tra il 1823 e il 1828 Leopardi attraversa una conversione filosofica: il pensiero teorico si fa centrale, la produzione lirica si riduce (cosiddetto silenzio poetico), mentre egli compone riflessioni in prosa e testi filosofici. Nelle opere di questo periodo emergono Operette morali (titolo ironico, ossimorico: testi filosofici e satirici che rovesciano il moralismo tradizionale) e saggi filologici; successivamente riprenderà la poesia con i grandi canti.
📚 Operette morali: titolo e tono
Le Operette morali (titolo volutamente ironico) contengono dialoghi e prose filosofiche che mettono in scena paradossi etici e teoretici: forma e contenuto sono volutamente anti-moralistici, con toni spesso satirici/ironici.
🏛 Filologia, lavori editoriali e spostamenti biografici
Durante gli anni del silenzio poetico Leopardi lavorò per l’editore Stella (Milano) curando edizioni di classici come Cicerone e, in seguito, testi filologici; soggiorni importanti: Recanati (luogo natale), Firenze (anni a contatto con l’«Antologia»), Pisa (verso il 1828), Napoli (ultimi anni: Torre del Greco, Torre Annunziata). Socialmente e culturalmente è inserito in circoli che lo sostengono economicamente (amici dell’Antologia).
🧭 Pessimismo storico → pessimismo cosmico
- Pessimismo storico: dolore legato a condizioni storiche e culturali (civiltà corrotta).
- Pessimismo cosmico: conclusione più radicale che riconosce la struttura universale del dolore, la mancanza di senso intrinseco dell’esistenza: Leopardi cristallizza questa posizione intorno al 1823 e la sviluppa fino ai grandi canti.
⛓ Anticipazioni di Nietzsche e rapporti con la cultura novecentesca
Leopardi è stato letto come un anticipatore di Nietzsche sul piano del pessimismo e del riconoscimento della «nullità»/nichilismo dell’esistenza: non si tratta però della stessa prospettiva filosofica. Il docente distingue i diversi usi di Nietzsche da parte di autori novecenteschi (Saba, Svevo, Montale). Nietzsche indaga nichilismo e superuomo; Leopardi, con altro sguardo, esplora la nullità e la sofferenza: il collegamento è tematico, non identico.
🎭 Ricezione e confronto con autori novecenteschi
- Saba e Svevo: citano Nietzsche per aspetti di introspezione psicologica; Nietzsche usato come strumento per sondare l’animo umano.
- Montale: eredita il sentimento della «mancanza», dell’assenza sensibile, e lo trasferisce in metafore moderniste (Ossi di seppia), usando la figura della «donna‑angelo» (Irma Brandeis come figura esemplare) e la sensibilità verso il vuoto e l’incomunicabilità.
🖼️ Notable Works / Figures
Masterpiece: “La Ginestra” (Leopardi — versante simbolico)
La ginestra come immagine della condizione umana: resilienza nella miseria, dignità nella fine, e appello alla solidarietà umana come risposta al male comune.Opera: “L’infinito” (Giacomo Leopardi, 1819)
Testo cardine dei Canti giovanili; esalta il rapporto tra limite sensoriale (siepe) e immaginazione: la limitazione avvia l’immaginazione e produce un piacere che deriva dall’infinito pensato. (Estratto e commento testuale più sotto).Opera: “Operette morali” (Leopardi)
Raccolta in prosa che combina erudizione, ironia e riflessione filosofica contro la morale convenzionale.Collection: “I grandi canti” (Leopardi — composti soprattutto al ritorno a Recanati, fine anni ’20)
Include testi come A Silvia, Il sabato del villaggio, Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Le ricordanze, che esprimono il passaggio al pessimismo cosmico.Masterpiece: “Forse un mattino…” (Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1925)
Poema significante della solitudine moderna: sinestesia, aridità, «il nulla alle mie spalle», esperienza dell’assenza/annichilimento; legami a Eliot (visioni di folla e alienazione) e rielaborazione della figura della «donna‑angelo».Figure rilevanti citate
Giacomo Leopardi, Eugenio Montale, Giovanni Pascoli (il fanciullino), Friedrich Nietzsche, T. S. Eliot, Umberto Saba, Italo Svevo, D’Annunzio, Irma (Irma Brandeis) — figura montaliana; editore Stella; Alessandro Mazzoni; Ranieri (amico di Leopardi).
📖 Supporting Details
(Tutte le informazioni, termini, definizioni e citazioni esplicitamente emerse nella lezione — composte e corrette dove la trascrizione presentava errori.)
- Contesto geografico e simbolico della ginestra: pianta ai piedi del Vesuvio, fiori gialli, vive su terreni aridi/argillosi; immagine leopardiana per la dignità del resistente. Paragone col saggio/stoico (Cato/Catone: figura stoica citata dalla lezione come emblema della rettitudine stoica).
- Tematiche centrali in Leopardi: opposizione natura (positiva, pura) ↔ artificio/civilizzazione (negativo, arido). Rendere corretto: la voce detta «Arito Verum» è in realtà artificio (o artificio/artefizio) come fattore di corruzione.
- Il fanciullino (Pascoli): concetto di spontaneità poetica e “bambino originario” che produce poesia senza sovrastrutture. Montale e Leopardi, nella prima fase, accomunano natura a poesia, civiltà a filosofia razionale.
- Sensismo (sensismo): definizione sintetica — fiducia nella conoscenza sensoriale; per Leopardi la teoria del piacere si fonda sull’analisi dei bisogni sensoriali dell’uomo; il materialismo porta alla negazione dell’aldilà (assenza di anima post‑mortem).
- Conversione di Leopardi: dal classicismo giovanile (impostazione filologica e formale) a una poesia che coniuga classicismo e romanticismo; la conversione filosofica comporta un allontanamento dalla produzione lirica (silenzio poetico) e lo sviluppo di prosa filosofica (Operette morali).
- Silenzio poetico (ca. 1823–1828): periodo di produzione filosofica in cui Leopardi si dedica a saggi e all’attività filologica (edizioni per l’editore Stella: Cicerone, ricerche su Petrarca ecc.). Successivamente, grazie al sostegno economico di amici (gruppo dell’«Antologia» a Firenze), riprende la poesia e compone i “grandi canti”.
- Biografia (spostamenti e attività): Recanati (nascita, rettrice biografica), soggiorni a Firenze (incontro con Antologia e amici toscani), Milano (lavoro editoriale), Bologna, Pisa (1828, importanti poesie come Il risorgimento e A Silvia), ultimi anni trascorsi a Napoli/Torre del Greco/Torre Annunziata (compone le ultime poesie tra cui La ginestra, Il tramonto della luna, La finestra e lavora su testi come i Paralipomeni della Batracomiomachia).
- I grandi canti (opere nominate dalla critica) includono: L’infinito (1819), Le ricordanze, A Silvia, Il sabato del villaggio, Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Il risorgimento (poesia scritta a Pisa), e altri canti composti soprattutto dopo il ritorno a Recanati nel 1829.
- Gara letteraria e sostegno economico: Leopardi partecipò a concorsi (Accademia della Crusca; premio di mille scudi evocato nella lezione), gli amici toscani raccolsero denaro per sostenerlo; soggiorni a Roma, Firenze, ecc.
- Operette morali: titolo ironico/ossimorico; i testi contengono satira contro convenzioni morali dell’Ottocento e rappresentano una forma di classicismo «ribaltato».
- Ultimi testi e riflessioni: Leopardi compone testi di carattere anche greco‑classico in chiave ironica (parodie come la Batracomiomachia).
- Citazioni e lettura di testi (presentati in classe): il docente ha letto ed analizzato in particolare L’infinito di Leopardi (1819) — presentata con attenzione alla struttura (prima parte visiva: vista/siepe; seconda parte uditiva: vento/rumori che richiamano l’infinito), al lessico e agli aggettivi che potenziano l’idea di infinito (es.: interminati, sovrumani, profondissima), e con il commento sulla dinamica tra immaginazione (piacere) e limitatezza reale (dolore). Testo (integrazione/riordino corretto del brano citato):
- L’infinito (G. Leopardi, 1819) — versi principali citati in lezione:
"Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati / spazi al di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quïete / io nel pensier mi fingo; ove per poco / il cor non si spaura. E come il vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa voce / vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei." - Analisi: uso di dimostrativi (questa, quella); progressione visiva→uditiva; l’immaginazione come “mare” che produce piacere benché porti anche angoscia.
- Montale: focus su Forse un mattino andando in un’aria di vetro (Ossi di seppia, 1925) — analisi puntuale:
- Elementi testuali citati: sinestesia dell’«aria di vetro», clima invernale (aridità), immagine del «nulla alle mie spalle», «con un terrore d’ubriaco», lo svelarsi improvviso del mondo come inganno consueto; la figura del poeta che osserva, nota la smorfia delle persone che la massa non vede.
- Tema: consapevolezza della presenza dell’assenza (vuoto/nullo) e il compito dell’intellettuale che guarda/vede ciò che gli altri non vedono; figura del silenzio come segno di chi ha ragione: «la vera ragione è di chi tace».
- Collegamenti culturali: Montale riprende Dante (la figura della donna‑angelo come analoga a Beatrice), D’Annunzio (ciò che affascina del superuomo) e confronti con Eliot (visioni urbane, massa anonima, correlativo oggettivo).
- Figura della donna‑angelo: richiamo a Dante/Beatrice e figura concreta nella vita di Montale — Irma Brandeis è la donna‑angelo più nota nella critica montaleana. Montale la rappresenta come elemento salvifico ma fragile, in un’epoca segnata dal fascismo e dall’alienazione.
- Contesto storico-politico per Montale: anni venti/trenta — fascismo imperante; Montale perse opportunità a causa di non adesione al partito; analogie tra la minaccia esterna (guerra, totalitarismo) e l’ombra che invade lo spazio privato (metafora del nespolo che fa ombra nera).
- Tecnica poetica discussa: uso di correlativo oggettivo, ossimori (es.: sole freddoloso), sinestesie, metafore del mare e del naufragio (naufragar nell’immaginazione come luogo di piacere ma anche di perdita); immagine del relitto (osso di sedia in Montale) come metafora dell’intellettuale esiliato dalla società.
- Confronti interdisciplinari: ruolo del professore di filosofia nel chiarire Nietzsche; raccomandazione del docente di letteratura a non sovrapporre spiegazioni filosofiche all’analisi letteraria ma a cogliere i punti di contatto interpretativi (es.: Leopardi anticipa Nietzsche sul piano tematico, Saba/Svevo citano Nietzsche per introspezione).
- Appunti metodologici: attenzione agli aggettivi e ai dimostrativi nella scansione testuale (es.: questo, quello, codesto), che la lezione ha esercitato su L’infinito come analisi grammaticale e stilistica; rilevanza di mappe concettuali e schede di supporto per la comprensione storica/filosofica e per la storia della critica.
🧩 Connections & Consequences
- Collocazione storica e intellettuale:
- Leopardi si colloca tra classicismo e romanticismo: formalmente legato al classicismo, tematicamente e interrogativamente aperto al moderno (coniugazione classicismo/modernità). Il suo percorso mostra come la riflessione filosofica possa trasformare la produzione poetica (dal lirico alla prosa filosofica e viceversa).
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Montale riceve e rielabora il patrimonio leopardiano, claustrofobico e dell’assenza, adattandolo alla modernità del Novecento, alle sue crisi politiche (fascismo) e alle nuove forme di alienazione collettiva.
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Perché è importante per sviluppi successivi:
- Il nucleo leopardiano (natura/artefatto, pessimismo, solidarietà come via d’uscita) influenza profondamente la poesia italiana e il Novecento: la sensibilità moderna (Montale) eredita la percezione della nullità e la traduce in immagini urbane e simboli moderni (il relitto, il nulla alle spalle).
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La discussione su Nietzsche mostra come la filologia letteraria e la filosofia dialoghino nella formazione degli autori moderni: Leopardi è antecedente e d’ispirazione per letture nichiliste, mentre Nietzsche sarà tematizzato e usato (con sfumature diverse) da autori come Saba, Svevo, Montale.
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Cross‑references utili per lo studio:
- Pascoli: Il fanciullino → spontaneità poetica; contrasto con la razionalità filosofica.
- Nietzsche: categorie di nichilismo e critica alla tradizione morale; utile per approfondire i punti di contatto tematici.
- T. S. Eliot: The Waste Land e visioni della folla moderna → confronto con Montale (correlativo oggettivo e massa anonima).
- Testi leopardiani da rivedere in sequenza cronologica: poesie giovanili (es. L’infinito — 1819), poesie del periodo successivo (piccoli e grandi canti), Operette morali, i suoi saggi filologici e i testi parodici (Batracomiomachia/Paralipomeni).
- Montale: leggere Ossi di seppia (1925) e i testi: Forse un mattino…, La donna angelo, l’uso delle figure femminili, i riferimenti a Dante, e analizzare il clima culturale degli anni venti/anni del fascismo.
Se vuoi, posso:
- Fornirti una scheda‑riassunto per ciascun testo citato (testo + contesto storico + analisi metrica/retorica + temi).
- Preparare una mappa concettuale che colleghi Leopardi → Nietzsche → Montale → Eliot / Saba / Svevo.
- Fornirti esercizi guidati di analisi per L’infinito e Forse un mattino… con domande di comprensione, comparazione e parafrasi.
Quale preferisci come primo approfondimento?