Montale: Simbolo e Allegoria
Italiano — 18 November 2025
📚 Montale: transizione dal simbolo all'allegoria e l’evoluzione del pensiero poetico
🏛 Context & Background
Lezione comparativa su Giacomo Leopardi e Eugenio Montale: si inquadra Leopardi nel pieno dell’Ottocento e Montale che percorre gran parte del Novecento, ma quest’ultimo riprende e rielabora temi leopardiani. Si ricostruisce il percorso filosofico-letterario di Leopardi (da pessimismo storico a pessimismo cosmico fino alla posizione finale espressa ne La Ginestra) e si segue, passo passo, la trasformazione della poetica di Montale attraverso le sue raccolte principali (Ossi di seppia, Le occasioni, La bufera e altro, Satura), mettendo a fuoco il problema retorico-formale della distinzione tra simbolo e allegoria e le ricadute storiche (Ventennio fascista, Seconda guerra mondiale, società di massa).
🔑 Key Concepts & Developments
✨ Il percorso del pensiero leopardiano
Leopardi (primo Ottocento) evolve dal pessimismo storico — spiegazione della sofferenza umana in funzione di condizioni storiche e culturali — a un pessimismo cosmico, che attribuisce alla natura una dimensione più universale e ostile, fino all’approdo etico-filosofico de La Ginestra (posizione quasi «apocalittica» ma insieme stoica), dove emergono la solidarietà umana e il richiamo a uno stoicismo pratico come unica forma di speranza.
🔍 Distinzione teorica: Simbolo vs Allegoria
- Simbolo: corrispondenza immediata e istintiva tra due elementi (un oggetto/metafora che rimanda direttamente a un altro contenuto). Il simbolo stabilisce una relazione percettiva o intuitiva senza mediazioni argomentative.
- Allegoria: richiede una sovrastruttura interpretativa; è il risultato di un ragionamento e di un contesto storico-sociale. L’allegoria non dà immediata intuizione: occorre un processo logico o culturale per collegare l’immagine allegorica al significato che essa veicola.
Applico la distinzione agli autori: D’Annunzio (e il suo «panismo», l’es. di La pioggia nel pineto) tende al simbolo (identificazione/contaminazione uomo-natura), mentre Montale si sposta dal simbolo all’allegoria man mano che la sua visione si radicalizza.
🏛 Montale e la storia: modernismo, fascismo, guerra
Il Novecento e il Modernismo rompono con la tradizione romantico-ottocentesca. La crescente «antropizzazione» e la società di massa (con l’affermazione del fascismo a partire dal 1922) producono sovrastrutture che impediscono la corrispondenza immediata dell’uomo con la natura e generano in Montale il senso di disagio e il «male di vivere».
⚖️ Volontarismo etico
Concetto che compare tra la fine di Ossi di seppia e l’inizio de Le occasioni: fiducia che il senso dell’esistenza possa essere fondato sull’impegno volontario dell’intellettuale (l’élite) che si sforza di fare il bene e di offrire un modello morale per pochi capaci di comprendere. È risposta alla violenza ideologica delle masse e al regime totalitario.
🧭 Correlativo oggettivo e influenza di T. S. Eliot
Montale anticipa e sviluppa la nozione di «correlativo oggettivo» (termine critico associato a T. S. Eliot): l’oggetto poetico che concentra e rappresenta lo stato d’animo del soggetto, ma in Montale questo oggetto diventa spesso «estraniato» e non corrispondente immediatamente al sentimento umano.
⚙️ Alienazione e reificazione (dopo la guerra)
Nelle fasi successive (La bufera e altro, Satura) si accentuano alienazione e reificazione: l’uomo è percepito come «cosa», oggetto privo di soggettività morale. Fallisce la fiducia nella storia e nelle élite: dopo la Seconda guerra mondiale Montale vede il male come condizione strutturale dell’uomo, non solo come evento storico.
🖼️ Notable Works / Figures
Masterpiece: Ossi di seppia (1925)
Raccolta giovanile: contiene poesie in cui il simbolo è ancora presente, e in cui il poeta talvolta percepisce momenti di unità con la natura (es. “I limoni”).Masterpiece: Le occasioni (1939)
Raccolta che segna il passaggio verso l’allegoria umanista; compare la figura di Clizia (Irma Brandeis) come donna-angelo laica e portatrice di cultura vera. Qui si sviluppa il volontarismo etico e la presa d’atto della violenza politica del regime.Masterpiece: La bufera e altro (1956)
Raccolta che riflette la guerra e la catastrofe; qui emergono l’allegorismo animale (es.: la figura della Volpe, associata a Maria Luisa Spaziani), la disperata difesa individuale, la perdita di fiducia nella storia.Masterpiece: Satura (1971)
Abbandono dell’alta lirica: tono prosaico, desublimazione delle figure femminili salvifiche (Clizia/Volpe) e sostituzione con la figura «Mosca» (la moglie, Drusilla Tanzi): rinuncia a ogni progetto utopico, affermazione della condizione ontologica del «luogo».Figura storica citata: Giacomo Leopardi
Pessimismo storico → pessimismo cosmico → posizione finale in La Ginestra (solidarietà, stoicismo).Altri riferimenti
- Gabriele D’Annunzio (poesia simbolista, trasformazione uomo-natura — es. “La pioggia nel pineto”)
- Giovanni Pascoli (accostato al decadentismo/«poesia aurea»)
- T. S. Eliot (influenza teorica: correlativo oggettivo)
- Riferimento storico-politico: il Ventennio fascista (inizio 1922), la Seconda guerra mondiale (1939–1945).
📖 Supporting Details
(Tutti i nomi, date, definizioni e note tecniche menzionate in lezione)
-
Giacomo Leopardi: collocazione storica nella prima metà dell’Ottocento; transizione teorica: pessimismo storico → pessimismo cosmico → filosofia finale (apocalittica) de La Ginestra; nella fase finale sottolinea lo stoicismo e la solidarietà umana come elemento di speranza. Termini usati dallo docente: “anello che non tiene” come immagine ricercata da Leopardi per trovare una verità/salvezza momentanea.
-
Eugenio Montale: percorre quasi tutto il Novecento; prende dalla lezione leopardiana elementi tematici ma li rielabora in chiave modernista. Biografia sintetica data in classe: formazione non «accademica» (il docente ricorda che Montale era ragioniere, infanzia difficile, non costante a scuola).
-
Simbolo: procedura dell’accostamento immediato tra oggetti/elementi; corrispondenza diretta uomo–natura, oggetto–oggetto.
-
Allegoria: richiede ragionamento e contesto sociale; sovrastruttura che impedisce l’intuizione immediata; indica distanza tra soggetto e mondo; apre alla figura retorica del correlativo oggettivo (oggetto che rappresenta l’angoscia del soggetto ma non è immediatamente comprensibile senza un percorso interpretativo).
-
Esempio di simbolo: la poesia di D’Annunzio (il «panismo d’annunziano», trasformazioni uomo–pianta, rapporto diretto tra uomo e natura).
-
Passaggio cronologico-morfologico nella produzione di Montale:
- Ossi di seppia (1925): giovanile, ancora momenti simbolici e di adesione alla natura (es. “I limoni”).
- Le occasioni (1939): prevale l’allegoria umanista; Clizia = Irma Brandeis come donna-angelo laica che incarna cultura e valori civili; volontarismo etico alla fine di Ossi/inizio Occasioni.
- La bufera e altro (1956): poesie di guerra, dramma storico, alienazione; allegorismo animale (la figura della Volpe / Maria Luisa Spaziani) che rappresenta la vitalità primordiale come possibile ancora di salvezza; seguito da un lungo «silenzio poetico» (il docente parla di circa dieci anni).
-
Satura: tono disincantato, poesia «in pigiama», desublimazione delle muse, rinuncia alla speranza storica, visione ontologica del luogo (il problema non è la Storia ma la condizione ontologica dell’uomo/luogo).
-
Termine tecnico: reificazione = trasformazione dell’uomo in cosa/oggetto; alienazione = distanza del soggetto dall’esperienza vissuta; concetti richiamati per descrivere l’esito del pensiero montaliano post-bellico.
-
Politica e storia:
- Ventennio fascista: inizio 1922 — Montale vive e percepisce il regime come violenza intellettuale oltre che politica; il fascismo interpreta la storia romana come strumento politico.
- Seconda guerra mondiale: 1939–1945 — nelle Occasioni c’è il sentore di violenza e catastrofe prima della guerra; nella Bufera il tema della guerra esplode.
-
Società di massa: Montale vede il fascismo legato a dinamiche di massa e alla manipolazione della cultura per governare.
-
Termini letterari:
- Poeti laureati / poesia «aurica»: per indicare la vecchia poesia dal linguaggio alto (D’Annunzio, Pascoli), contro cui Montale si dichiara in opposizione.
- Sinestesia: esempio citato in “I limoni” — «trombe d’oro della solarità» (suono che evoca luce).
- Chiasmo: figura retorica menzionata dal docente nel commento di aridità della città.
-
Influenze letterarie: Baudelaire (richiami all’atmosfera simbolista), Leopardi (richiami al sentimento dell’infinito).
-
Esempio testuale commentato in aula: “I limoni” (Montale), pagina 306 dell’antologia usata in classe; indicata come tra le prime poesie della sezione giovanile (“Movimenti” o sezione similare). Analisi della poesia:
- Immagini iniziali: «poeti laureati» vs «strade poco usate» (antitesi tradizione/avanguardia).
- Luogo chiuso e intimo: viuzze, fossi erbosi, pozzanghere, orti con alberi di limoni — il limone come oggetto simbolico che realizza la corrispondenza uomo–natura.
- Silenzi e odore dei limoni: momento di fusione con la natura; il docente collega al Leopardi dell’Infinito (senso di apertura su qualcosa di più grande) e a Baudelaire. Il testo usa immagini di «sussurro dei rami», odore che «piove in petto una dolcezza».
- L’illusione di trovare «l’anello che tenga» — il punto che svela la verità — viene però meno; ritorno alla città rumorosa, cielo a pezzi («il cielo appare a pezzi tra i comignoli»), luce amara: la poesia alterna il frammento di bellezza con la realtà urbana e la delusione.
-
Elementi stilistici: sinestesia («trombe d’oro della solarità»), chiasmo, ritmo interrotto dalla descrizione quotidiana.
-
Appunti organizzativi della lezione: il docente ha fatto appello e citato assenze; ha detto che avrebbe interrogato su Paradiso alla prossima volta; ha indicato pagina 306 come la posizione del testo «I limoni» nell’antologia.
🧩 Connections & Consequences
-
Collocazione storica e letteraria: il confronto Leopardi–Montale mostra come un nucleo tematico (la ricerca dell’infinito, la crisi della possibilità di unità uomo-natura, la riflessione sul male storico) si trasformi profondamente in rapporto ai contesti storici: dall’Ottocento al Novecento la crisi si ragiona in termini più strutturali, con la modernità e la società di massa che complicano la relazione simbolica tra soggetto e mondo.
-
Perché importa per interpretare la poesia del Novecento: la distinzione tra simbolo e allegoria è essenziale per leggere i testi moderni e contemporanei — mentre il simbolo facilita l’immedesimazione, l’allegoria impone letture storicizzate e razionali. Montale è esemplare nel mostrare come la poesia possa trasformarsi da esperienza di comunione simbolica (momenti di «infinito») a una scrittura che denuncia la mediazione e la mancanza di rapporto diretto, elaborando oggetti come correlativi oggettivi e ricorrendo ad allegorie (anche animali) per rappresentare la crisi dell’umano.
-
Cross-references utili per lo studio:
- Leopardi: leggere La Ginestra e i testi sul pessimismo (pessimismo storico e cosmico).
- Montale: leggere cronologicamente Ossi di seppia (1925), Le occasioni (1939), La bufera e altro (1956), Satura (1971) per seguire la trasformazione tematica e formale.
- Approfondire la nozione di correlativo oggettivo (T. S. Eliot) e le categorie di alienazione/reificazione (contatti con il lessico filosofico e sociologico del Novecento).
- Confronto con D’Annunzio e Pascoli per capire il vecchio linguaggio «aurico» vs il moderno ritorno alla concretezza e frammentarietà.
Se vuoi, preparo: - una timeline visiva con i testi e le date (Leopardi, Ossi, Occasioni, Bufera, Satura) e i passaggi tematici; - una scheda di studio sintetica su “I limoni” con citazioni principali e figure retoriche evidenziate; - esercizi di comprensione sulla distinzione simbolo/allegoria con esempi tratti da D’Annunzio e Montale.
Quale preferisci per proseguire?